Ciao Tarci!!!
Tarci
Questa pagina è per ricordare l'ideatore ed il fondatore di questa nostra associazione.
Purtroppo Tarcisio ci ha lasciati il giorno 01 marzo 2011: non è riuscito a vincere la "sua" partita. Molti amici hanno voluto ricordare la persona straordinaria che era Tarcisio. Qui di seguito ci sono alcuni dei loro racconti.
Se anche tu vuoi scrivere due righe di commiato vai in fondo alla pagina.
Parlare di una persona con cui hai condiviso gran parte della tua vita...
...fin dall'infanzia. Mi piace ricordare che la pallacanestro è stata subito una passione che ci accomunava, da bambini quando nel cortile di casa sua giocavamo con il canestro che papà Angelo aveva attaccato al muro, da ragazzi quando sempre suo padre ci portava agli allenamenti e venendomi a prendere in macchina Tarcisio, sapendo che accendevo la sigaretta appena fuori di casa, gli faceva allungare la strada per farmela finire; e soprattutto quando, giovani allenatori, andavamo a vedere 3/4 partite alla settimana, imparando, conoscendo giocatori e allenatori e divertendoci.
Caratterialmente siamo sempre stati all'opposto, perciò abbiamo sempre litigato e ci siamo presi in giro fin da bambini.
Però in Tarcisio ho sempre invidiato la sua capacità di allenare non solo le squadre, ma di creare con loro un legame duraturo, andando oltre l'aspetto sportivo. La conferma di questo dono è testimoniata delle persone che abbiamo allenato e che lui ha avuto modo in seguito di mobilitare con affetto per dargli una mano nel periodo della malattia.
Con Tarcisio se ne va una parte della mia vita, dove ci siamo divertiti, cresciuti, condiviso una passione e avuto a che fare con ragazzi che forse non saranno diventati dei giocatori ma sicuramente sono delle belle persone.
Mi mancherà il nostro modo di prenderci in giro e mi domando con chi litigherò!
Con affetto.

Tunez
Avevo 14 anni...
...ero al palazzetto di Castellanza seduto in tribuna a vedere una partita di una squadra giovanile, tu eri esattamente seduto nel posto dietro al mio insieme a due tuoi amici. Ti ho sentito ridere, mi sono girato, ti ho fissato per un attimo e mai avrei pensato che da lì a poco saresti diventato il mio allenatore ma soprattutto un AMICO.
6/7 anni di giovanili con te che sei sempre stato il nostro punto di riferimento nella nostra adolescenza. Ricordo quando mi beccavi con una sigaretta c'era l'immediato sequestro del pacchetto fino a quella volta in cui dopo un allenamento mi hai scortato fino a casa aspettando mio papà che finisse di lavorare per dirgli che fumavo ma una volta arrivato lo hai salutato e te ne sei andato.
Ricordo l'anno delle finali provinciali juniores perse per un soffio ma comunque un risultato importante.
Ricordo quando hai cominciato a portarmi in prima squadra ad allenarmi, in squadra è nato il soprannome TARCINO che ancora oggi più di prima sono orgoglioso di portare.
Ricordo quando presentandomi a Magnano gli hai detto "Lui è Paolo, il mio primero play"", io tutto esaltato e tu dopo neanche un secondo gli dici "Capisci perchè sono arrivato tardi alla serie A".
Ricordo quando con Tunez siamo venuti a Teramo a trovarti: due giorni bellissimi dove non finivate mai di prendervi in giro e dove mi hai regalato un armadio intero di magliette, felpe, tute...
Hai dato tanto alla nostra squadra, ci hai insegnato il valore dell'amicizia e lo dimostra il fatto che dopo più di vent'anni ci frequentiamo ancora!!!
TI VOGLIO BENE e potrò sempre dire che il TARCI era mio AMICO.
Con affetto

Paolo (Tarcino)
Estate 1988,...
...tornavo in palestra dopo aver vinto la mia partita con la malattia e trovo come vice allenatore di Antonello un ragazzo non molto più vecchio di me...da lì è iniziata un'avventura vissuta tra campi e spogliatoi, partite al campetto, 3 vs 3 a Cuasso al Monte con i fratelli Ponzo, lo Zambo ed il Tunez...le bigiate ed i ritrovi al parco Castello (io da scuola tu dall'università) che è durata fino alla stagione '01/'02...tanto è durato il nostro rapporto "professionale" tra allenatore e giocatore, che di professionale aveva ben poco...reciproca stima sia sul campo da gioco che in spogliatoio...mi hai portato anche in C1 a Legnano dove sapevi sarebbe servito il "mio aiuto" per creare uno "spirito di squadra" più che per quello che potevo darti in campo...ancora è chiaro il ricordo della "riunioni tecniche" del post-partita a casa tua con gli altri ragazzi fino a tarda notte...ma, anche se i risultati sul campo non ti hanno dato ragione, lo spirito di spogliatoio sei riuscito a crearlo bene, come lo avevi creato a Castellanza prima, e poi negli anni a Castelletto, Varese, Casale Monferrato, Teramo ed in Svizzera al SAV Vacallo...lo dimostra la gente che era presente oggi, gente che non vedevo da almeno 10 anni, gente che non conosco che mi chiedeva informazioni durante la malattia e che tutt'ora mi ringrazia per averli tenuti informati e che avrei voluto conoscere perchè i tuoi amici sono i nostri...dico nostri perchè mi permetto di parlare per la squadra di Castellanza (mi scuseranno i ragazzi) ragazzi che col tempo ho perso di vista, come è normale che sia ognuno con la sua vita, come avevo perso di vista te dal 2002 fino a quando non hai scoperto la malattia...e lì in quel momento mi sono reso conto di quanto ci avevi insegnato, e non parlo del campo ma della vita...come per magia sono saltati fuori tutti, lo "spirito di squadra" che ci hai inculcato ci ha segnato dentro...in senso positivo, tutti pronti a fare qualunque cosa per darti una mano per provare a vincere la tua partita...trovando durante il percorso tanti, tantissimi compagni di gioco sconosciuti ma anche loro "segnati" dai tuoi insegnamenti che si offrivano di dare una mano in qualunque modo...
La frase fatta "gli amici si vedono nel momento del bisogno" mai è stata così giusta come con te...non so come sarà il fututo con i ragazzi della squadra, ma adesso sono sicuro che quando qualcuno di noi avrà veramente bisogno gli altri saranno pronti a dare una mano (fiero di essere vostro compagno)...e questo GRAZIE a te TARCI, felice di essere stato un tuo giocatore, e onorato di essere stato tuo amico.
"Per sempre nel mio cuore"

Max
1990. Era un caldo pomeriggio di settembre,...
...una coda d'estate come tante altre. Scendevo a chiamare il mio amico di condominio per andare a giocare a pallone in cortile. "No Luca oggi non posso, ho la riunione del basket. Vuoi venire con me?". Bhè meglio che stare a casa da solo.
Così vado insieme a lui al Palazzetto...il Palazzetto di Castellanza, quello che per molti anni, e ancora oggi quando ci passiamo vicino, mia mamma chiama "la mia seconda casa". Sì è vero, il Palazzetto è stata la mia "seconda casa", ma quello che è più importante lì dentro ho trovato la mia "seconda famiglia".
Da quel giorno ho cominciato a conoscere la pallacanestro, e ad insegnarmela ho avuto la fortuna di trovare tante belle persone. Il Tarci, il Tunez, Antonello e poi Ambrogio, Lollo, Giro e molti altri che forse non ho fatto in tempo a conoscere. Il loro compito era insegnarci a giocare a basket, ma a conti fatti, oggi a 30 anni, ho capito che ci hanno insegnato ad essere uomini, ci hanno accompagnato in un momento molto delicato, quello dell'adolescenza, in cui devi crearti la tua personalità, cominciare a delineare il limite tra gioco e realtà, quella della vita che non sempre è facile, in cui a volte cadi e devi avere la forza di rialzarti.
Il mio ricordo va, per forza di cose, a Tunez & Tarci che mi hanno allenato per più anni, la "strana coppia": due caratteri opposti ma una visione comune su come impostare valori e principi durante gli allenamenti.
I primi anni tutti con Antonio, il primo pazzo che ha cercato di farmi giocare play (grande Tunez avevi già capito le mie vere potenzialità), poi il passaggio con i più grandi allenati dal Tarci. Terrore puro, questo era un dittatore e i suoi ragazzi andavano come treni! Come cazzo facevo a stargli dietro io che ero un rospettino? Ma non c'era molta scelta.
Prima lezione di vita...vai e arrangiati, le cose bisogna anche guadagnarsele.
Impatto traumatico! Durante la spiegazione di un esercizio commetto il banalissimo errore di "chiacchierare" con un mio compagno. Una voce si alza tuonante dall'altra parte del campo: «Viterbo, cos'ho detto?» ...glaciazione istantanea di tutto il mio sangue corporeo... «Eh, Tarci non ho sentito»... «Va bene, allora comincia a correre sui gradoni!». 1 ora di gradoni, finisce l'allenamento, scendo anch'io in spogliatoio. «Ma chi ti ha detto di scendere?!». Conseguenza sono andato via per un anno in prestito, a tutt'oggi mi danno ancora l'anima per questa scelta, ho perso un anno di vita insieme al Tarci. Ma ho ricevuto anche una prima lezione. Nonostante questo vezzo da ragazzino viziato che si lamenta alla prima difficolà, lui e Tunez non mi hanno mollato ed un giorno me li vedo sbucare sugli spalti durante una partita. Erano venuti a vedermi ed io ero contentissimo di vedere i miei 2 allenatori. Feci 23 punti e la mia partita migliore di quell'anno.
Da lì in poi solo gran bei ricordi, tante difficoltà sicuro, ma la creazione di un gruppo fantastico che prevaricava le varie categorie. Noi che andavamo a vedere le partite dei più grandi, e loro che venivano a vedere le nostre. Quando vedevo salire sugli spalti i miei "nonni" Pedro e Sora, mi ringalluzzivo, volevo far bella figura. E questo la dice lunga sul tipo di legame che il Tarci è riuscito a creare tra di noi, quel legame che ho visto forte ed indelebile questa mattina al tuo funerale coach, quando siamo arrivati un pò spaesati con lo sguardo perso nel vuoto e all'arrivo di Tunez avvicinandoci ci siamo resi conto che...sì eccoci la nostra squadra, ma mancavi tu, e allora, come si fa sempre quando non ce la fai, chiami un aiuto, e cerchi conforto nell'abbraccio di un compagno, quello che è sempre disposto a farsi avanti se hai bisogno.
Di te custodirò tanti ricordi...come quella volta, a 14 anni, che mia mamma trovò un pacchetto di sigarette nascoste nello zaino e non mi disse «Queste adesso le dò a tuo padre» ma mi minacciò dicendomi «Allora cosa facciamo? Vuoi che le faccia vedere al Tarci?»: mai più comprato un pacchetto...o di tutte le volte che venivi anche 2 ore prima degli allenamenti per aiutarci nelle materie scolastiche in cui andavamo male...o di quel pomeriggio che ero in sala pesi e prendendomi da parte cominciammo a parlare circa il mio futuro, sulle scelte universitarie, quello che mi sarebbe piaciuto fare, perchè prima dei risultati del campo ti interessavi dei nostri risultati nella vita, e questo ti rende una persona eccezionale, forse unica.
Ma penso che la cosa di cui ti sarò sempre immensamente grato sono i miei compagni di squadra, questi ragazzi che io reputo come FRATELLI, e dai quali chiederò l'appoggio ed il conforto tutte le volte che sentirò la tua mancanza, perchè quando sto con loro ti sento ancora più vicino.
Io spero tanto di rincontrarti un giorno da qualche parte, perchè è da quando ti sei ammalato che aspetto la tua guarigione per stringerti in un abbraccio, e stai pur certo che questo desiderio non me lo dimenticherò mai.
Ciao coach, a presto

Luca
Nell'ultimo anno...
...sei la quarta persona a cui devo dire ciao.
Spero questo periodo finisca, subito, basta. A volte mi piacerebbe non essere ateo e sapermi vivere la morte con senso religioso, ma non lo sono e quindi mi vivo tutta la fisicità di queste cose.
Ti scrivo perchè serve a farmi trovare la forza della ragione e la tranquillità, mi serve perchè scrivendo riesco a tirare fuori le emozioni. La rendo pubblica affinchè tutti sappiano cosa sei stato per me, quanto mi hai insegnato e che sappiano che una parte di quello che sono lo devo a te.
La prima volta che sono entrato in palestra era un giorno di ottobre del 1990, 21 anni fa. Tutti gli anni a settembre per 21 anni o da giocatore o da allenatore sono ritornato in palestra, in quella palestra, via per Legnano, Castellanza, Palazzetto dello sport.
Solo una volta ho pensato di abbandonare il mondo della palacanestro: era la primavera del 1997. Mio padre ti portò la borsa tu risposi «No, questa roba me la porta Andrea». Il giorno dopo mi presentai in palestra, ero depresso e demoralizzato andavo a male a scuola non riuscivo a reagire ed ero così giù da non volere più giocare a basket, avevo paura a parlarti ma per la prima volta ti guardai negli occhi e ti parlai. La tua risposta «Va bene, lascia qua la borsa». Tornai a casa. A luglio mi hai chiamato mi hai detto che saresti stato in palestra il giorno dopo. Corsi da lì. Mi parlasti e mi convicesti a tornare a giocare. Ma quello era il meno. Da quel giorno mi hai aiutato a prendermi le mie RESPONSABILITÀ, non solo in palestra ma nella vita, mi hai insegnato il rispetto del gruppo, a rispettare il gruppo e farmi rispettare dal gruppo. Mi hai anche insegnato a non avere paura di affrontare la vita e le responsabilità.
Quel giorno che scoprì che tu te ne saresti andato piansi. Ero contento per te, volevi fare il professionista, ma io non avrei più avuto il Tarci in palestra. Per fortuna il Tunez era lì, anche nell'anno di transizione con San Giorgio, e proprio lì sempre in primavera stavolta del 2000 ho iniziato ad allenare squadra 1986/1987 come vice allenatore. Te lo dissi al Rizzi e mi hai fatto i complimenti e mi hai detto «sapevo che avresti iniziato ad allenare, in fin dei conti come giocatore dove vuoi andare?».
Da martedì ogni tanto mi salgono i ricordi di partite e battutte in spogliatoio, mi vengono in mente le trasferte della C1 con il pulman e le cene a seguire, mi ricordo le tue litigate con gli altri allenatori, mi ricordo che dicevi a Brugnoli di prendermi a calci in culo perchè non correvo abbastanza. 9 anni a vedersi 3/4 volte alla settimana, 21 anni di conoscenza, non ho la fortuna di dire che eri mio amico come possono fare altri, ma ho la fortuna di dire che ti ho avuto come allenatore, ho la fortuna di averti incontrato, ho la fortuna di aver avuto le tue parole e i tuoi consigli ogni volta che te li ho chiesti non solo sulla pallacanestro.
Sei stato una persona con cui misurarsi, con cui dover fare i conti, una persona di cui ho avuto un gran timore reverenziale e la quasi incapacità di affrontare forse per il tuo carisma, per la tua forza e determinazione. E proprio per questo, ma, con ritardo ho imparato ad avere forza e determinazione.
Se non avessi avuto te, il Tunez ed il Paolo come allenatori non avrei mai fatto l'allenatore. Mi avete fatto amare uno sport e insegnato tanto.
Ciao Tarci, grazie di tutto, da sempre per sempre!

Andrea
Il saluto degli amici
Tarcisio nella sua vita ha incontrato e conosciuto moltissime persone e con quasi tutte ha stretto un profondo rapporto di amicizia e stima.
I racconti sopra riportati sono la testimonianza della sua capacità di lasciare un segno nelle persone: sono infatti i pensieri ed i racconti di persone che con lui sono cresciute e con lui hanno condiviso splendidi momenti.

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